Apple ha rimosso due importanti app di incontri gay, Blued e Finka, dal suo App Store in Cina a seguito di un ordine della Cyberspace Administration of China (CAC), l’autorità di censura e regolamentazione di Internet del paese. Questa mossa rappresenta una battuta d’arresto significativa per la comunità LGBTQ+ cinese, che già deve affrontare notevoli restrizioni all’espressione e ai diritti rispetto agli individui eterosessuali.
Sebbene Apple sostenga di rispettare le leggi locali in tutte le regioni in cui opera, affermando: “Seguiamo le leggi nei paesi in cui operiamo”, questa decisione ha suscitato rapide critiche date le sue implicazioni per un gruppo emarginato. La società ha spiegato: “Sulla base di un ordine della Cyberspace Administration of China, abbiamo rimosso queste due app solo dal negozio cinese”.
Blued e Finka erano le principali app di incontri gay in Cina secondo The China Project. La loro rimozione arriva appena un anno dopo che anche Grindr, un’altra popolare app LGBTQ+, è stata ritirata dall’App Store cinese. Nonostante la loro rimozione, gli utenti che avevano già scaricato le app hanno segnalato che la funzionalità continuava sui propri dispositivi.
Questa azione contrasta nettamente con la difesa ampiamente pubblicizzata del CEO di Apple Tim Cook per i diritti LGBTQ+. In un saggio personale del 2014, Cook, che si è dichiarato gay, ha scritto delle proprie esperienze e ha evidenziato le sfide affrontate dalle comunità emarginate. Ha dichiarato: “Essere gay mi ha dato una comprensione più profonda di cosa significhi essere in minoranza… Non mi considero un attivista, ma mi rendo conto di quanto ho tratto beneficio dal sacrificio degli altri”. Cook ha continuato sottolineando l’impegno di Apple per l’uguaglianza: “L’azienda che ho la fortuna di guidare sostiene da tempo i diritti umani e l’uguaglianza per tutti… Continueremo a lottare per i nostri valori”.
Apple ha ulteriormente sottolineato il suo sostegno all’inclusione LGBTQ+ attraverso iniziative come il rilascio di accessori “Pride Edition” durante il Pride Month e facendo donazioni a gruppi di difesa LGBTQ+. Quest’ultimo sviluppo in Cina, tuttavia, solleva seri interrogativi sui limiti di questi impegni di fronte alle rigide richieste di censura in alcuni mercati.
L’incidente evidenzia la tensione in corso tra le multinazionali che cercano di espandersi nei mercati emergenti e di sostenere i valori dichiarati in materia di diritti umani e inclusione sociale.
